Durante la Seconda guerra mondiale, l’esercito americano distribuì ai suoi soldati sbarcati in Italia dei manuali di sopravvivenza contenenti sezioni dedicate al riconoscimento delle piante selvatiche commestibili locali. In mancanza di rifornimenti certi, si riteneva fondamentale saper riconoscere erbe e radici utili per nutrirsi senza correre rischi. Non era la prima volta che accadeva: già nel 1767, dopo una terribile carestia, il medico fiorentino Giovanni Targioni-Tozzetti compilò un trattato dettagliato sulle risorse spontanee dei campi, fondando di fatto la disciplina della alimurgia.
Oggi questa scienza ha un nome più preciso: fitoalimurgia, ed è molto più di una curiosità botanica. È memoria, autonomia, e connessione viva con la terra.
Cos’è la fitoalimurgia e le sue origini
La fitoalimurgia, dal greco “uso delle piante per combattere la fame”, è la scienza che studia l’impiego delle piante selvatiche commestibili come alimento. Le sue radici affondano in un’epoca in cui l’uomo, prima ancora di coltivare la terra, si nutriva raccogliendo ciò che la natura offriva spontaneamente.
Il primo a coniare il termine fu il medico e naturalista fiorentino Giovanni Targioni-Tozzetti, nel 1767, in un trattato scritto dopo una terribile carestia. In quell’opera, egli suggeriva di affrontare la fame raccogliendo fiori, foglie, germogli, radici, tuberi, cortecce, linfa e rizomi dalle aree circostanti.
Le erbe spontanee commestibili: come riconoscerle
Riconoscere le erbe spontanee commestibili non è improvvisazione, ma richiede osservazione, studio e cautela.
In natura, molte piante commestibili hanno “sosia” tossici o irritanti, ed è fondamentale non fidarsi solo dell’aspetto.
Ecco alcune caratteristiche fondamentali da osservare sul campo:
🌿 Foglie
Osserva la forma generale (tonde, allungate, lanceolate), il margine (liscio, dentato, lobato) e le nervature.
Spesso, il solo aspetto della foglia può essere sufficiente a distinguere una pianta sicura da una da evitare.
Ad esempio, la piantaggine (commestibile e utile) ha nervature molto marcate e parallele, facilmente riconoscibili al tatto. Invece, una foglia simile ma con nervature reticolari potrebbe non essere sicura.
🌸 Fiori e infiorescenze
I fiori possono fornire indizi importanti: valuta colore, simmetria e disposizione dei petali.
Molte piante della stessa famiglia hanno fiori simili (come quelle della famiglia delle Asteraceae), ma solo alcune sono commestibili.
Il tarassaco, ad esempio, ha un fiore giallo intenso con una sola infiorescenza per stelo. In confronto, piante come il senecio possono avere fiori simili ma risultare tossiche.
🌱 Radici e tuberi
La consistenza, la forma e soprattutto l’odore della radice o del tubero sono criteri utili ma delicati: molte piante velenose colpiscono proprio tramite la radice.
Le radici della carota selvatica sono sottili, profumate, simili alle carote comuni — ma attenzione: è facile confonderla con la cicuta, che è letale e ha un odore sgradevole, quasi di urina.
🌍 Habitat
Il contesto in cui cresce la pianta è fondamentale. Le piante commestibili si trovano spesso in prati incolti, bordi dei sentieri, margini di boschi o radure soleggiate.
Evita piante che crescono in zone molto frequentate da animali domestici o vicino a fonti d’inquinamento (strade, campi trattati, fabbriche).
Alcune piante, come il finocchietto selvatico, amano i terreni sassosi e ben esposti. Altre, come la portulaca, preferiscono angoli umidi e ombrosi nei giardini.
☢️ Attenzione ai sosia tossici
Esistono piante commestibili molto simili a specie tossiche o irritanti. È il caso del colchico autunnale, che assomiglia all’aglio orsino solo durante la fioritura.
Un errore può causare danni seri o addirittura avvelenamento.
📓 Checklist pratica da portare nello zaino
- Manuale illustrato di fitoalimurgia / foraging
- Taccuino per appunti con schizzi e nomi
- Lente d’ingrandimento
- Guanti e forbici
- Sacchetti di carta (mai plastica) per separare i campioni
Prima di raccogliere, è sempre buona pratica consultare un buon manuale di foraging in Italia e verificare più fonti, per evitare piante tossiche o specie protette.
Fitoalimurgia e autosufficienza in giardino
In un orto autosufficiente, le erbe spontanee diventano preziose soprattutto nei periodi di transizione:
- Primavera: quando le colture invernali sono terminate e quelle estive non sono ancora produttive, le erbe spontanee raggiungono il massimo della freschezza.
- Autunno: alcune piante, come cavoli selvatici e cicorie, offrono nutrienti anche dopo le prime brinate.
Integrare le piante selvatiche nell’orto non significa solo nutrirsi, ma anche arricchire il suolo e promuovere la biodiversità.
Perché iscriversi al Corso di Alimurgia
Per padroneggiare veramente questa antica arte e imparare a riconoscere con sicurezza le erbe spontanee commestibili, abbiamo ideato un percorso pratico e dettagliato. Il nostro Corso di Alimurgia, un programma completo che ti guiderà passo dopo passo nella raccolta, preparazione e conservazione delle piante selvatiche.
Nel corso troverai:
- Lezioni sul riconoscimento botanico.
- Workshop pratici sul campo.
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