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La storia incredibile di Vesna Vulović

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Quanto conta la fortuna nelle situazioni estreme? A volte, più di ogni altra cosa. La storia di Vesna Vulović sembra uscita da un film: un caso di sopravvivenza ai limiti dell’impossibile che ancora oggi lascia senza parole scienziati e appassionati di storie vere.

L’attentato e la caduta impossibile

Il 26 gennaio 1972, la giovane hostess serba Vesna Vulović sale a bordo del volo 367 della JAT Yugoslav Airlines diretto da Copenhagen a Belgrado. Un errore di omonimia la mette su quel volo al posto di una collega: un dettaglio che segnerà il destino di una vita intera.

Dopo appena 46 minuti di volo, sorvolando la Cecoslovacchia, una bomba nascosta nella stiva esplode: l’aereo si spezza in tre parti e in pochi istanti la depressurizzazione sbalza molti passeggeri nel vuoto. Vesna però non viene proiettata fuori: rimane incastrata nella fusoliera, che inizia la sua caduta libera verso il suolo.

La salvezza tra caso e miracolo

La sezione dell’aereo con Vesna a bordo precipita su una foresta innevata nei pressi di Srbská Kamenice. L’impatto è devastante, ma la neve, il terreno morbido e un angolo di caduta “favorevole” rallentano abbastanza la discesa da consentire a Vesna di sopravvivere a 10.160 metri di caduta, senza paracadute.

L’evento entra subito nel Guinness dei Primati: nessuno è mai sopravvissuto a una simile altezza. La causa dell’attentato verrà attribuita al gruppo terrorista croato Ustascia, già noto per altri attacchi nell’ex-Jugoslavia.

Il recupero, le ferite e una vita diversa

Vesna viene trovata in coma da Bruno Honke, ex medico militare che le presta il primo soccorso. Le ferite sono gravissime: cranio fratturato, vertebre e costole rotte, gambe spezzate, paralisi temporanea dalla vita in giù. Resterà tre giorni in coma, ma dopo dieci mesi di riabilitazione riuscirà a camminare di nuovo, senza ricordare nulla dell’incidente.

Colpo di scena: Vesna tornerà a lavorare per la compagnia aerea — stavolta a terra — e verrà licenziata solo negli anni ’90 per motivi politici. Morirà nel 2016, lasciando dietro di sé una delle storie di sopravvivenza più incredibili di sempre.

Cosa ci insegna questa storia?

Questa vicenda ci ricorda che in situazioni estreme, tra capacità, destino e puro caso, a volte è la fortuna a fare davvero la differenza. Resta comunque il coraggio e la resilienza di Vesna, simbolo umano di resistenza all’impossibile.

Takeaway finale

Sopravvivere a una caduta di oltre diecimila metri è qualcosa che sfida ogni logica. Ma la storia di Vesna Vulović ci insegna che, anche quando tutto sembra perduto, la vita può sorprenderti — e la fortuna ci mette davvero lo zampino.

FAQ

Come ha fatto Vesna Vulović a sopravvivere a una caduta di 10.000 metri?

Una serie di coincidenze incredibili: il rimanere incastrata nella fusoliera, la caduta su una foresta innevata, l’angolo dell’impatto e la struttura della cabina hanno ridotto la forza dell’urto.

Chi ha causato l’attentato all’aereo?

Le indagini hanno attribuito la responsabilità al gruppo terroristico croato Ustascia.

Che conseguenze ha riportato Vesna Vulović?

Ferite gravissime: coma, fratture multiple e paralisi temporanea, ma dopo 10 mesi riuscì a tornare a camminare.

Cosa fece Vesna dopo l’incidente?

Continuò a lavorare per la compagnia aerea a terra e visse una vita “normale” fino al 2016.

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